Geo Chavez
Geo Chavez. Di tanti uno solo
Il progetto, capitanato dall’Associazione Musei d’Ossola, è nato per celebrare il centenario dell’impresa di Geo Chavez, il primo uomo a trasvolare le alpi nel 1910.
L’associazione Asilo Bianco è stata incaricata di co-curare il percorso outdoor di arte contemporanea dedicato all’aviatore peruviano che si estende sul percorso da Domodossola a Briga (CH). Il progetto ha coinvolto 13 artisti che hanno realizzato … opere permanenti di arte pubblica.
Artisti: … … …
Nell’ambito del progetto sono stati realizzati interventi strutturali ed eventi culturali, nell’ottica di ricordare il pioniere del volo con un’azione destinata a superare nel tempo il singolo momento della celebrazione lasciando traccia durevole di sè. Tra gli interventi più importanti a Domodossola si ricordano il rifacimento di Piazza Chavez, il restauro del monumento dedicato all’aviatore, l’apertura del nuovo polo museale.
Di origine peruviana, Jorge Chavez (detto “Geo”) nacque a Parigi il 13 giugno 1887. Il padre, il ricco banchiere, e la madre emigrarono in Francia dal Perù nel 1884. Il giovane effettuò studi di meccanica presso l’Ecole d’électricité a La Rochelle, a Parigi. Il 13 febbraio 1910 ottenne il brevetto di pilota aviatore. Il 3 agosto dello stesso anno riuscì a battere il record mondiale di altitudine a Blackpool, in Inghilterra. Contagiato dalla febbre del volo, nel mese di settembre decise di dotarsi di un velivolo di costruzione francese Blériot XI con motore Gnome da 50 CV. “Cavalcando” questo aereo, battezzato il Gipeto, l’aviatore iniziò a volare sempre più in alto e decise di affrontare la prova del Gran Premio della Traversata delle Alpi, istituita in occasione del Circuito Aereo Internazionale di Milano. Il regolamento del concorso prevedeva che i partecipanti percorressero la rotta Briga, Sempione, Domodossola, Stresa, Varese, con arrivo a Milano-Taliedo, nell’arco di 24 ore dal decollo.
Gli altri iscritti si ritirarono e partecipò il solo Geo il quale, dopo diversi rinvii, causati dalle condizioni atmosferiche, si risolse a partire il 23. Durante il volo Chavez cambiò la rotta prestabilita, quella sul Monscera, e d’istinto imboccò la gola verso Gondo. Giunto all’altezza di Domodossola, a una ventina di metri dal suolo le ali si sono staccate e si sono ripiegate indietro; si sono chiuse come quelle di una colomba”. L’apparecchio aveva troppo lottato contro i venti impetuosi del passo alla fine aveva ceduto. L’audace Chavez morirà a causa dello shock traumatico il 27 settembre. Pur non riuscendo a raggiungere Milano, riuscì ugualmente, per primo al mondo, ad attraversare il Sempione a bordo di un aeroplano e ad essere ricordato come eroe dell’aria. Alla morte gli vennero tributati grandi onori: il 23 settembre, giorno del suo volo, in Perù si celebra il giorno nazionale dell’aviazione ed a lui è dedicato l’aeroporto internazionale di Lima, mentre in Svizzera, in Italia e in Franca gli sono stati dedicati diversi monumenti.